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Partecipazione a puntata del 26 agosto 2025 di Radio 3 Scienza

https://www.raiplaysound.it/audio/2025/08/Radio3-Scienza-del-26082025-ca0e65f5-fa2e-47f2-a029-ba0035427046.html

A partire dall’01.09.25, in atletica leggera, è diventato obbligatorio eseguire un test genetico per stabilire quali atlete rientrano nella categoria femminile. Il test si chiama SRY (da “Sex-determining region Y protein”) e prende il nome dal gene presente nel cromosoma Y preposto allo sviluppo di cellule dell’apparato genitale maschile. La determinazione del sesso delle atlete sembrerebbe dunque risolvibile in base all’esito di questo semplice test? In realtà le cose sono molto più complesse, perché ci sono altri fattori genetici che determinano il sesso; inoltre il cromosoma Y può essere presente anche in persone con genitali esterni femminili. E poi come come può applicarsi un simile test alle persone con differenze dello sviluppo sessuale? Ci sono altre vie percorribili per certificare l’ammissibilità o meno alle gare femminili? Nella puntata del 26 agosto 2025, che si può ascoltare qui, ho parlato di questi temi, di cui mi occupo dal 2009, con Elisabetta Tola. Assieme a me ospite per la puntata il geneticista Giuseppe Novelli.

Per saperne di più, una lista esaustiva dei miei lavori sul tema dei criteri per l’idoneità a partecipare nella categoria femminile dal 2009 ad ora può essere trovata qui (potete contattarmi via email per richiedere i PDF degli articoli).

Ultimo colpo di scena nella vicenda di Caster Semenya: la Corte Europea per i Diritti Umani riesaminerà da capo il caso Semenya vs. Svizzera

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Ultimo colpo di scena nella vicenda dell’atleta sudafricana Caster Semenya che va avanti dall’agosto del 2019.

Il 7 novembre 2023 la Corte Europea per i Diritti Umani (European Court for Human Rights, ECHR) ha affermato che prenderà in considerazione l’appello del Tribunale Federale Svizzero contro la decisione della stessa ECHR presa qualche mese fa.

L’11 luglio del 2023 la Corte Europea per i Diritti Umani aveva emesso la tanto attesa sentenza (dopo 2 anni e mezzo!) riguardo al caso Semenya e aveva affermato, sulla base di una decisione raggiunta con una maggioranza di 4 voti a 3, che l’atleta sudafricana era stata discriminata sulla base della violazione di tre articoli della Convenzione Europea per i Diritti Umani:

  1. articolo 14: divieto di discriminazione,
  2. articolo 8: diritto al rispetto della vita privata,
  3. articolo 13: diritto a un ricorso effettivo.

Qual è il significato di questo ultimissimo colpo di scena nella vicenda di Caster Semenya, che va avanti dall’agosto del 2009?

Il significato è che si ricomincia da zero: ora toccherà alla Grand Chamber della ECHR, la camera principale, composta di 17 giudici (contro il 7 che avevano emesso la sentenza di giugno) esaminare il caso Semenya vs. Switzerland (application no. 10934/21).

Gli esiti di questa riesamina possono essere i più disparati: da una riconferma della sentenza di luglio 2023 (possibile anche con una maggioranza più netta, e con una decisione che coinvolga altri articoli della Convenzione, compreso l’articolo 3, il diritto all’integrità della persona); oppure a un ribaltamento della sentenza di discriminazione ai danni di Semenya.

È tutto da vedere. La decisione della Grand Chamber sarà quella finale.

Per saperne di più, ci sono altri 8 reel (numerati) che ripercorrono la vicenda Semenya e che puoi trovare sul mio sito personale di ricerca a questo link: https://shorturl.at/bezTZ

Seguimi sulla mia pagina instagram silviacamporesibioetica per restare aggiornato sulla questione dell’eredità culturale di Semenya per il diritto internazionale sportivo.

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La vicenda di Caster Semenya, Capitolo #2: la IAAF e il tentativo del 2011 di porre un limite ai livelli di testosterone nella categoria femminile

La vicenda di Caster Semenya è una vicenda estremamente complessa che va avanti da Berlino agosto 2009 quando la sua medaglia d’oro negli 800 metri viene revocata e inizia un’indagine della IAAF sul suo genere.

La medaglia le viene riconsegnata dopo 11 mesi, ma nell’aprile del 2011, la IAAF introduce le Regole sull’iperandrogenismo. Queste regole affermano che livelli di testosterone endogeno superiori a 10 nMOl/Lit in atlete forniscono un vantaggio iniquo .

Quindi, alle atlete che hanno livelli di testosterone maggiore di 10 nMOL/lit , compresa Caster Semenya (e che non hanno resistenza agli androgeni) viene richiesto di assumere una terapia farmacologica mirata a sopprimere gli androgeni almeno due anni consecutivi, prima di poter essere considerate idonee a rientrare in competizione nella categoria femminile.

Queste regole, dopo essere state sospese nel 2015, furono poi reintrodotte nel 2018 in una versione modificata (ne parleremo in altro post), e sono ancora in vigore. L’onere della prova di dimostrare di non ricevere un vantaggio da livelli elevati di testosterone ricade sull’atleta che, senza un supporto finanziario forte, non può fare appello al Tribunale di Arbitraggio per lo Sport (TAS) con sede a Losanna, che dirime le questioni di diritto sportivo internazionale.

Caster Semenya, priva del supporto economico necessario per appellarsi al TAS, assume farmaci e rientra a competere. È nel 2014 che un’altra atleta, la velocista indiana Dutee Chand, farà appello al Tribunale per Arbitraggio dello Sport.

Stay tuned: ne parleremo nel prossimo post.

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IMPORTANT!

Here you can download the original IAAF documents on Hyperandrogenism Regulations (they have been taken off website since suspension of regulation in July 2015 following CAS ruling)

IAAF guidelines Eligibility Hyperandrogenism May 2011

IAAF Hyperandrogenism Regulations – Appendices